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   Famiglia e Solidarietà

Da Formiche a Tartassati

 

La fotografia che emerge dai dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico non lascia ombra di dubbio. Gli italiani risparmiano sempre meno.  Le famiglie tedesche accantonano quattro volte in più di noi. Impressiona come in pochi anni, da dominatori nelle classifiche internazionali per capacità di risparmio, adesso ci ritroviamo in fondo. Durante gli anni Novanta avevamo una forte  propensione al risparmio, misurata in rapporto al reddito disponibile, nettamente sopra il 20%, circa il doppio della media OCSE. Cinque anni più tardi, la percentuale restava sopra il 16%, pur in discesa. Ma già all’alba del 2000, scendevamo al 7,4%, un dato che rimarrà quasi stabile fino alla crisi finanziaria del 2008. Di lì, il diluvio. Lo scorso anno, le famiglie italiane hanno messo da parte appena il 2,66% del loro reddito disponibile, cioè al netto delle tasse. Nell’Eurozona, i dati si mostravano inferiori ai nostri fino al 2008, mentre nel 2019 ci hanno più che doppiati con il 5,65%. Incredibile la situazione in Germania, dove il risparmio si è attestato all’11%, che oltre ad essere circa 4 volte superiore a quella italiana, si mostra sostanzialmente in linea con i livelli di metà anni Novanta. Cosa è successo? Abbiamo abbandonato  la virtù delle precedenti generazioni che avevano ri-costruito l’Italia? No. La questione è semplice. I salari, negli anni, in Italia sono rimasti, in pratica, fermi, crescendo dal 1990 solamente dell’1,8%, contro oltre il +30% messo a segno in Germania e il 24,3% dell’area OCSE. E così, se rispetto alla media delle economie avanzate, un lavoratore italiano percepiva uno stipendio di quasi il 99% nel 1990, adesso deve accontentarsi di meno dell’81%. Non solo. Ad aggravare tutto ha pensato il peso fiscale debordante nel confronto internazionale. Nel 1990, la pressione fiscale nel nostro Paese si attestava al 36,4%, salendo a oltre il 42% degli ultimi anni. In sostanza, paghiamo molte più tasse che nel resto del mondo ricco, con un “gap” che si è allargato negli ultimi 30 anni da 4,5 a circa 8 punti percentuali. La speranza di tornare a risparmiare è legata solo alla riduzione delle esagerate tasse. Questa volta la responsabilità è di ognuno di noi, lo Stato non c’entra. Basterebbe pagare tutti le imposte.

 

  Nuccio Condorelli 

 

 

  pubblicato sul quotidiano “La Sicilia”  Martedì 25 Agosto 2020

 

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