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   Famiglia e Solidarietà

I Neo-Volontari, eredità Covid

 

La pandemia non ha portato solo atteggiamenti sociali negativi, anzi, nel campo del volontariato, è stata e continua ad essere una grande occasione.  In piena emergenza sanitaria molti giovani si sono avvicinati per la prima volta al volontariato offrendo il proprio aiuto alle persone più fragili, con gesti semplici ma fondamentali. Dotati di guanti e mascherine, hanno consegnato a domicilio spesa, farmaci e beni di prima necessità ad anziani, persone rimaste sole o in quarantena, o costrette a casa perché particolarmente a rischio di contagio; oppure hanno fatto loro compagnia a distanza, con un’assistenza specifica, intrattenimenti di ogni genere o semplicemente con delle telefonate. Oggi questi neo volontari rappresentano un vero e proprio “investimento”  lasciato dal coronavirus. La loro forte crescita è stata accertata da tutti i Centri di servizio per il volontariato: migliaia e migliaia di uomini e donne, tra i 18 e i 45 anni, non provenienti dal  mondo dell’associazionismo organizzato, o che non avevano mai avuto esperienza di impegno gratuito per la loro comunità.  Una ricchezza umana che i Csv e le associazioni ad esso collegati devono cercare di non farsi sfuggire. Anzi devono cercare di “capitalizzare” in ogni modo. Anche  perché da sempre chi si avvicina al vasto mondo del volontariato ha solo da guadagnarci nel campo soprattutto umano. La legge suprema dell’esistenza è la condivisione, è mettere in comune se stessi. Chi prova una qualsiasi forma seria di volontariato sa di vivere pienamente la vita e a tutti i costi cerca di garantirsi un gesto di solidarietà anche di un’ora al mese verso chi ha bisogno. Un bisogno che in fondo è anche il nostro, il bisogno di essere felice.   Due esempi. A Parma, i nuovi  volontari insieme a quelli “tradizionali” nell’ambito del progetto Parma welFare del Centro di servizio, stanno svolgendo  le mansioni sperimentate durante il lockdown per assistere la fascia di popolazione, spesso sola, che nei mesi estivi ha difficoltà a uscire per le normali commissioni, per colpa del caldo intenso, di varie patologie. Anche a Cosenza i volontari coinvolti da poco si stanno impegnando in diversi ambiti, soprattutto con i bambini in ospedale o nei centri per minori, con gli anziani e gli immigrati.

 

   Nuccio Condorelli            

 

 

  pubblicato sul quotidiano “La Sicilia” Martedì  11  Agosto 2020

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